700 volte Dante A settecento anni dalla scomparsa di Dante, la Galleria d’Arte Contemporanea di Villa Del Bene, vuole rendere omaggio al Sommo Poeta con un sintetico, ma molto rappresentativo, ciclo di opere di tre artisti veronesi dal titolo 700 volte Dante. Le opere, esposte nella sala Giorgione del Complesso Monumentale di Villa Del Bene, indagano con studio teorico – metodologico taluni elementi del viaggio ultraterreno che Dante compie nella Divina Commedia, con un nuovo paradigma delle trasformazioni e dei cambiamenti che avvengono nella complessità del contemporaneo. Sono elaborate contingenze e allegorie narrate dal Poeta nella sua Commedia, personaggi e luoghi lasciati alla libera traduzione dell’occhio attento dell’osservatore. Un ciclo di opere molto diverse tra loro per tecnica, ma che hanno in comune l’intento di immettere l’osservatore dentro il racconto con una nuova coscienza ed emozione.
Abate Salvatore
“LE DONNE DI DANTE”
Utilizzando una tecnica molto antica (la Gomma Bicromata) che ben si adatta alle innumerevoli possibilità interpretative e creative, l’artista rappresenta l’inferno, il purgatorio e il paradiso con tre soggetti di donne: Semiriade, Pia De Tolomei e Cunizza Da Romano.
Le opere sono realizzate su un supporto di carta da disegno di elevata qualità che viene collato con una soluzione diluita di gelatina, per eliminarne la porosità. Dopo un passaggio in una soluzione di formaldeide, la carta viene sensibilizzata con una miscela di gomma arabíca e pigmento colorato, cui si unisce, immediatamente prima dell’uso, una soluzione di bicromato di potassio. Il foglio viene quindi lasciato ad asciugare al buio.
L’esposizione avviene utilizzando i raggi UV e con un negativo posto sulla superficie del foglio. Successivamente il foglio è messo a bagno nell’acqua, che asporta la gomma e il pigmento delle zone che non sono state esposte. Le operazioni di stesa, sensibilizzazione, esposizione e spoglio si ripetono, mettendo a registro negativo ed immagine precedente (esposizioni multiple) fino al raggiungimento della densità e dell’effetto desiderato.
Bortolazzi Gianneugenio
“L’INVENZIONE DELL’INFERNO TRA NERISMO NEOSIMBOLISMO”
L’artista vuole superare la pura visività del “falso” apparire, cercando di trovare delle corrispondenze tra mondo oggettivo e sensazioni soggettive. Recuperare la spiritualità di tutto ciò che esiste nella realtà, ma non è direttamente visibile dall’occhio umano.
Si vuole trovare la via per superare la rappresentazione dell’oggetto e sostituirla con l’espressione del proprio “Io”.
Il coraggio di rifiutare la resa dell’illusione nella pittura, che è in grado di trasfigurare la realtà nell’esaltazione delle linee e dei colori che maggiormente suscitano la reazione emotiva, e la contrapposizione del simbolo alla realtà, con l’obiettivo di penetrare al di là delle apparenze del reale, impongono all’osservatore uno sforzo mentale per ritrovare la propria immagine di realtà.
La realtà autentica non va individuata nell’esistenza oggettiva delle cose ma nelle idee. L’essenza della realtà non sta in ciò che si vede con gli occhi ma in ciò che si percepisce con l’anima.
Le opere: Lo scialacquatore, Ho tradito e Il passaggio della porta, altro non vogliono essere che l’attualizzazione dei peccati e del pensiero di Dante che troviamo nei canti XIII°, XXXII° e III° dell’inferno, ascritti al popolo italiano di oggi.
Rodriquez Gabriele
“DANTE E LE DONNE “
L’artista ci racconta, attraverso la Mobile Art, il soggetto più intenso per il sommo poeta: la Donna.
Le immagini composte sono prese esclusivamente con la telecamera dello smartphone e rielaborate poi con le potentissime App dedicate all’editing dell’immagine.
All’interno delle elaborazioni sono riconoscibili elementi tratti dalle tavole di Gustavo Doré piuttosto che figure surreali di George Underwood. L’artista usa le dita come pennelli digitali per dare voce alla sua creatività, l’esecuzione è veloce e il collegamento continuo delle varie tavole, per non perdere di vista il filo conduttore, talvolta diventa ossessione.
Lo scatto iniziale è stravolto, il significato originale perde i suoi connotati documentali e viene calato in altre realtà che inevitabilmente conducono a spazi interiori di chi li manipola.
Si intreccia così l’inconscio dell’artista con l’artificialità semintelligente delle applicazioni le quali procedono autonomamente in base ad algoritmi generativi e originali che hanno dato vita alle opere esposte: Amore a prima vista, … e caddi come corpo morto cade, Donna m’apparve sotto verde manto.
La mostra è visitabile negli orari di apertura della Villa previa prenotazione della visita ed è compresa nel biglietto d’ingresso alla Villa.
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